Milano è una città dai mille volti in cui nulla è facile da scoprire. Anche per quanto riguarda le bellezze architettoniche la sua fama di grande città viene rispettata, in particolare negli edifici caratteristici di ogni città europea: le Chiese.
Duemila anni di storia del cristianesimo hanno lasciato un’impronta precisa su Milano. Sfortunatamente il turismo è ancora troppo legato alle tappe più famose come:
il Duomo, Sant’Ambrogio e Santa Maria delle Grazie, che con le loro bellezze e maestosità tendono a far dimenticare che Milano può vantare, come poche altre città in Europa, di molte altre spettacolari chiese e basiliche. Di seguito elenco alcune delle chiese che ne vale veramente la pena visitare e che a me affascinano particolarmente. Non sono in ordine di bellezza, semplicemente perchè altrimenti le avrei dovute scrivere tutte sulla stessa riga:
E’ un suggestivo complesso costituito da due chiesette affiancate.
Quest meravigliosa chiesa è soprannominata “la cappella Sistina” di Milano, un tempo sede del più importante monastero femminile della città, appartenente all’ordine benedettino. E’ decorata internamente con un vasto ciclo di affreschi di scuola leonardesca è un museo che vi lascerà senza parole.
E’ considerata un importante luogo di culto cattolico di Milano, iniziata la costruzione per volere di Sant’Ambrogio e posta in posizione strategica sulle quattro vie principali di uscita dalla città. Si di ce che un tempo nel III secolo, al suo posto sorgeva un cimitero pagano , documentato da resti di marmi scoperti nei dintorni. Alla chiesa è annesso il bel convento omonimo, oggi sede della Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale , con due interessanti chiostri tra cui un oratorio straordinario.
La Chiesa di San Marco è immersa in uno degli angoli più pittoreschi di Brera. A davvero due passi dalla fermata Lanza (metropolitana MM2, linea verde) la Chiesa di San Marco (del 1254) è un monumento alla storia milanese: qui visse per tre mesi il giovane Mozart , nel 1874, Giuseppe Verdi vi diresse la “Messa da Requiem” in memoria di Alessandro Manzoni.
All’ interno, la chiesa lascia spazio ad affreschi dalla bellezza indescrivibile: la Pentecoste di Carlo Urbino, che sovrasta il soffitto della Cappella di San Giuseppe; la Passione di Cristo, tema dominante nella Cappella della Pietà, con tele a olio che ricoprono interamente le pareti laterali. All’ esterno della Chiesa si può trovare un Chiostro di altri tempi.
E’ la prima chiesa cristiana di Milano, costruita attorno all’anno 46, era considerata un tempo la più importante di Milano dopo il Duomo e la Basilica di Sant’Ambrogio. In Piazza San Babila, davanti alla facciata della chiesa, si trova la Colonna del Leone.
La leggenda vuole che questo leone sia il bottino di guerra di un fallito tentativo di conquista di Milano da parte dei veneziani. Si narra infatti che una notte l’esercito veneziano, appostato appena fuori le mura, stesse preparando un attacco notturno per cogliere di sorpresa i milanesi, per impedire loro di organizzare una difesa adeguata. Ma scoperti dai milanesi che scesero prontamente nelle strade all’invasore non rimase altro da fare che darsela a gambe lasciandosi alle spalle, tra le varie cose, anche un leone di pietra, simbolo dell’Evangelista San Marco, patrono di Venezia.
La chiesa fu costruita su i resti di un ospedale per la cura del cosiddetto “fuoco sacro”, di cui morì Antonio Abate a cui fu dedicata. Con il suo bellissimo chiostro bramantesco e le pregevoli pitture degli interni è sicuramente una delle chiese meglio conservate della Milano del XIV-XVI secolo.
La basilica di San Lorenzo alla sua costruzione era il più grande edificio a pianta centrale dell’Occidente. La dedica del tempio a San Lorenzo martire è attestata solo nel 590.
Tra le più importanti chiese della città, custodisce le reliquie dei Re Magi. Infatti si narra che il vescovo Eustorgio, inviato a Milano come governatore, trasportò all’interno di una arca di pietra ,da Costantinopoli a Milano , le reliquie dei Re Magi su un carro trainato da due buoi. Arrivati a Milano , nella zona di Porta Ticinese, i buoi si impantanarono negli acquitrini dei Navigli e Eustorgio decise di edificare in quel punto una chiesa . La chiesa prese il nome di Eustorgio e qui venne posato il sarcofago con le reliquie. Leggende a parte la Basilica di Sant’Eustorgio vanta anche di splendidi affreschie meravigliosi sepolcri gotici, tra i quali spicca l’Arca di San Pietro Martire, scolpita da Giovanni di Balduccio e custodita nella rinascimentale Cappella Portinari, decorata dalla maestria di Vincenzo Foppa, grande maestro del Rinascimento lombardo prima dell’arrivo di Leonardo. Molto interessante anche la necropoli sotterranea con sepolture ed epigrafi diepoca paleocristiana.
Curiosità:
Sul campanile della Basilica non c’è la croce, ma la Stella a 8 punte dei Re Magi e sullo stesso campanile, spicca il più antico orologio pubblico d’Italia. Dietro la Basilica inizia il Parco delle Basiliche che si collega con la Basilica di San Lorenzo e Piazza Vetra, dove una volta si svolgevano le esecuzioni capitali.
Appena si entra nella chiesa,che è a pianta centrale ottagonale con cappelle radiali e una cripta, girando a destra, si penetra in un breve corridoio e si resta quasi con il respiro sospeso:una scena appunto ‘macabra’, quasi sconvolgente, ma profondamente toccante,si presenta al visitatore: la cappella-ossario è quadrata e ha tutte le pareti (comprese le porte e i pilastri) rivestite da teschi e ossa,che sono stati disposti in vari modi,arrivando perfino a comporre figure geometriche . Per lungo tempo la tradizione ritenne che tali resti appartenessero ai martiri cristiani morti durante gli scontri con gli’eretici ariani’ ai tempi di S.Ambrogio e forse è legato a questo motivo l’appellativo di ossario degli ‘Innocenti’ dato dai Milanesi a questo luogo,che per secoli fu oggetto di culto e venerazione. Per tutti,divenne così S.Bernardino “dei Morti” o “alle Ossa”. In realtà, i macabri reperti non provengono da quell’antica leggenda, ma apparterebbero a diverse persone: morti nell’ospedale del Brolo,che era attiguo.
Nella chiesa di Santa Maria presso San Satiro è possibile vedere un’opera incredibile, realizzata dal Bramante. Sebbene lo spazio a disposizione per la chiesa non fosse moltissimo, fu costruito un edificio di respiro veramente monumentale: tre navate, la centrale coperta da una volta a botte, con una cupola emisferica all’incrocio con il transetto. Tuttavia la carenza di spazio impedì la costruzione del quarto braccio per il presbiterio. Bramante fece allora costruire un finto spazio in prospettiva, con una volta in stucco, profondo soltanto 97 centimetri ma in grado di suggerire una profondità molto maggiore, vero antesignano di tutti gli esempi di trompe l’oeil dei successivi sviluppi della storia dell’arte.